L'Unione Europea avanza la proposta di un caricatore universale compatibile con ogni device. Sarà la volta buona?
Sembrerebbe in dirittura d’arrivo, così ha detto Margrethe Vestager, vicepresidente esecutivo della Commissione Europea, la proposta di leggere per individuare un connettore unico per tutti i dispositivi.
Caricatore universale: sogno o realtà?
Questa manovra permetterebbe un ingente risparmio di risorse ed eviterebbe la produzione di molti rifiuti elettronici (RAEE) che alimentano discariche della dimensione di città, come quella di Agbogbloshie, in Ghana, che ad oggi ospita 40.000 abitanti.
Come per qualsiasi proposta, non mancano criticità e polemiche come quelle giunte da Apple che, pur avendo già introdotto il Type-C per gli ultimi modelli di MacBook e su alcuni iPad, vedrebbe sparire dal mercato il suo distintivo connettore lightning.
L’unica certezza, ad oggi, è che ogni casa produttrice ha finora adottato sistemi propri di ricarica e che ogni dispositivo supporta potenze di ricarica diverse; facciamo l’esempio dello Xiaomi Mi 11 T, l’unico smartphone che al momento promette 120 Watt di ricarica rapida (si presume che ogni dispositivo andrà in questa direzione, ma per il momento non è ancora così) e che ha fatto di questo il suo cavallo da battaglia; non esisterà un caricatore compatibile con esso e contemporaneamente con qualsiasi altro tipo di dispositivo.
Inoltre, un’ulteriore criticità emersa riguarda il cavo: come si sottolinea nella proposta, ci si concentra su di esso per cercare una soluzione universale, ma il problema sostanziale è il caricabatterie, il quale non può ancora essere universale poiché vi sono, ad oggi, troppi dispositivi che non supportano il Fast Charger o non possiedono un ingresso di ricarica così avanzato come può avere uno Xiaomi Mi 11T.
L’obiettivo che si pone l’Unione Europea dovrebbe essere l’obiettivo di tutti: ridurre al minimo i rifiuti che possono compromettere la salute del nostro pianeta e siamo convinti che, con alcune accortezze, questo decreto potrebbe risolvere un disagio per i consumatori e per l’ambiente.